domenica 22 febbraio 2009

Sant' Amato di Nusco


Pur non essendo abbastanza antica (1461), la sua ‘Vita’ fu scritta da Francesco da Ponte, essa non è molto attendibile. Amato nacque a Nusco, il terzo Comune più alto della provincia di Avellino (mt. 914), che sorge su un monte isolato della catena appenninica irpina, tra le valli dell’Ofanto e del Calore e per la sua posizione panoramica è definito “balcone dell’Irpinia”.
La sua nascita avvenne intorno al 1003, in una famiglia benestante, divenne sacerdote molto giovane e nel 1048 sarebbe stato consacrato primo vescovo della città, dall’arcivescovo di Salerno Alfano I.
Nusco abitata già in epoca molto antica, si sviluppò probabilmente in epoca longobarda, presso un castello, attorno al quale sant’Amato vescovo, raggruppò gli abitanti dei villaggi del circondario.
Restaurò ed edificò alcune chiese, tra cui la cattedrale dedicata al protomartire S. Stefano; fece di tutto per soccorrere i poveri, affidò ai Benedettini il monastero di S. Maria in Fondigliano, posto a 5 km da Nusco e soppresso poi nel 1460, e dopo aver devoluto i suoi beni alla Chiesa, morì il 30 settembre 1093.
Sul suo sepolcro avvennero numerose guarigioni, che gli procurarono il culto di santo, il suo successore Ruggero gli dedicò per questo una chiesa.
Dopo aver dimostrato l’autenticità del suo testamento, si è potuto fissare al 30 settembre 1093 la data della sua morte, in contrasto con l’opinione dei monaci benedettini di Montevergine (AV), che volendolo classificare ad ogni costo, come discepolo del loro fondatore s. Guglielmo da Vercelli (1085-1142), non esitarono a spostare la data della sua morte al 31 agosto 1193, quindi 100 anni dopo.
Patrono della città di Nusco è invocato contro i terremoti, calamità naturale ricorrente dei monti irpini.
Il santo lo si celebra al 30 settembre.

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